Rischi biologici: quali sono i pericoli per i lavoratori
Rischi biologici: quali sono i pericoli per i lavoratori

I rischi biologici, così come i rischi chimici, appartengono a quella categoria di rischi professionali in cui un lavoratore può incorrere durante lo svolgimento della propria attività lavorativa.
Spesso il lavoratore che contrae la malattia professionale non se ne rende conto e ne prende consapevolezza soltanto dopo il verificarsi dei sintomi comuni.
I rischi biologici possono essere di due tipologie in ambito occupazionale e quindi in ambito lavorativo: il rischio biologico generico, presente in tutti gli ambienti di lavoro e il rischio biologico proprio della mansione svolta.
Approfondiamo nell’articolo cosa sono i rischi biologici, quali sono le cause, quali i livelli di pericolosità, quali sono gli ambienti di lavoro in cui i lavoratori sono più soggetti ai rischi biologici e, infine, quali sono gli strumenti di tutela per i lavoratori che rischiano di contrarli.

Quali sono gli agenti biologici che causano i rischi biologici

I rischi biologici sono causati da agenti biologici tra cui:
– microrganismi, come virus, batteri, parassiti e funghi;
– allergeni di origine biologica, come ad esempio pelo degli animali da laboratorio, funghi aero allergenici, etc;
– agenti prodotti dalla crescita microbica, come ad esempio le endotossine e le micotossine.
Tali agenti biologici sono caratterizzati da diversi livelli di pericolosità tra cui:
– l’infettività, ovvero la capacità di un microrganismo di penetrare e moltiplicarsi;
– la patogenicità, ovvero la capacità di procurare malattia a seguito di un’infezione;
– la trasmissibilità, ossia la capacità di un microrganismo di essere trasmesso da un soggetto infetto ad uno suscettibile;
– la neutralizzabilità, più specificatamente la disponibilità di effettuare misure profilattiche per prevenire la malattia o anche terapeutiche per la cura della malattia;
– la capacità allergenica e/o tossicologica.

Quali sono gli ambienti di lavoro in cui i lavoratori sono più soggetti ai rischi biologici

Gli ambienti di lavoro maggiormente soggetti ai rischi biologici sono le industrie alimentari, l’agricoltura, le attività in cui vi è un contatto con animali e/o con prodotti di origine animale e le attività nei servizi sanitari, comprese le unità di isolamento e post mortem.
Tra gli ambienti di lavoro maggiormente colpiti dai rischi biologici rientrano anche le attività di impianti di smaltimento rifiuti e di raccolta di rifiuti potenzialmente infetti e ambienti di lavoro dove vengono svolte attività di depurazione dell’acqua di scarico.

Gli strumenti di tutela dei lavoratori

Al fine di far fronte ai rischi biologici per un lavoratore, è fondamentale per le figure professionali incaricate redigere, aggiornare e consultare il DVR e adottare i dispositivi di protezione individuale.
Nel DVR devono essere presenti le fasi del procedimento lavorativo che possono comportare il rischio biologico, i metodi di valutazione del rischio, le misure preventive e protettive messe in atto e le eventuali procedure di emergenza. Queste ultime procedure devono essere fonte di informazione per i lavoratori interessati.
Inoltre, al fine di tutelare i lavoratori è necessario utilizzare i dispositivi di protezione individuale (DPI) come gli occhiali a mascherina avvolgente o visiera, gli apparati protettivi delle vie respiratorie, i guanti con resistenza ad agenti biologici e all’occorrenza anche ad agenti chimici e meccanici e gli indumenti di protezione.

L’importanza di informare i lavoratori sui rischi biologici

Al fine di una completa consapevolezza da parte dei lavoratori dei pericoli causati dai rischi biologici, è opportuno sottolineare attraverso quali modalità gli agenti biologici possono essere trasmessi all’uomo. Vediamoli insieme: attraverso la via respiratoria, la via orale, la via cutanea e la via parentale.
I rischi biologici possono anche essere trasmessi tramite organismi viventi come zanzare, zecche e flebotomi.
Tuttavia, la prevenzione per ridurre i rischi biologici può avvenire attraverso misure organizzative e procedurali, attraverso la prevenzione tecnica e attraverso la sorveglianza sanitaria.
Non meno importante, tra le altre modalità di prevenzione rientra la vaccinazione, un’opportuna misura di protezione e un’opportuna barriera biologica da non dimenticare.
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