
La prima norma globale dedicata ai rischi biologici nei luoghi di lavoro
L’Organizzazione Internazionale del Lavoro (Ilo), lo scorso 13 giugno 2025, durante la 113esima Conferenza Internazionale del Lavoro (Ilc) svoltasi a Ginevra, ha adottato la prima norma globale dedicata ai rischi biologici nei luoghi di lavoro.
La norma definisce obblighi precisi per governi e imprese su quel che riguarda la formazione, la prevenzione, l’allerta e la tutela dei lavoratori.
Alla stesura della Convenzione hanno partecipato 180 Paesi tra cui l’Italia.
Presenti anche il Ministero del Lavoro e l’Inail, insieme ad esperti della Consulenza tecnica salute e sicurezza centrale (Ctss) ed esperti del Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, igiene del Lavoro e Ambientale (DIMEILA) dell’Inail.
La convenzione è volta a proteggere i lavoratori da virus, batteri, agenti patogeni e allergeni di origine vegetale o animale.
L’adozione della Convenzione, entrerà in vigore 12 mesi dopo la ratifica da parte di almeno due Paesi.
Quali sono le misure di protezione e prevenzione integrate a seguito della convenzione
Dalla Conferenza Internazionale del Lavoro (Ilc) ne segue che tutti gli Stati membri sono tenuti a integrare nella politica nazionale di sicurezza del lavoro una valutazione dei rischi biologici, con apposite misure di protezione e prevenzione.
Tra le misure di protezione e prevenzione rientrano i protocolli aggiornati, il pronto intervento in emergenza e le valutazioni periodiche dei rischi.
Inoltre, il datore di lavoro deve collaborare con i lavoratori per adottare soluzioni, fornire dispositivi di protezione individuali gratuiti e vigilare continuamente sulle condizioni ambientali e sanitarie.
Pertanto, la formazione, l’informazione e gli aggiornamenti periodici sono obbligatori per formare continuamente i datori di lavoro e i lavoratori e insieme consolidare la loro consapevolezza.
Gli Stati membri devono istituire sistemi di reporting e registrazione per infortuni per ciò che riguarda gli incidenti connessi ai rischi biologici e alle malattie professionali, inclusa la pubblicazione di statistiche annuali distinte per sesso.
Deve essere inoltre garantita l’ispezione, la formazione per gli ispettori e le sanzioni appropriate per chi viola le regole, garantendo così l’effettiva applicazione della convenzione.
Quali sono i settori lavorativi più coinvolti nella convenzione
I settori lavorativi più coinvolti nella convenzione sono: la sanità, l’agricoltura, le biotecnologie, la gestione dei rifiuti, i trasporti, l’edilizia, i servizi funerari e gli altri impieghi critici svolti durante le emergenze sanitarie.
Naturalmente, nell’insieme dei lavoratori più soggetti ai rischi biologici rientrano le categorie più vulnerabili che comprendono donne in gravidanza, giovani, anziani, lavoratori con disabilità, migranti e persone immunocompromesse.
Per tutti gli altri lavoratori che devono assentarsi dal lavoro per rispettare gli obblighi sanitari di prevenzione, la convenzione invita a garantire protezione contro il licenziamento.
In parallelo all’adozione della Convenzione, è bene sottolineare come i Paesi hanno approvato anche la Raccomandazione di un documento tecnico e operativo non vincolante, che include indicazioni dettagliate per l’attuazione delle nuove norme, tra cui la valutazione del rischio, i sistemi di allerta precoce, le misure di preparazione e risposta, la formazione e la dettagliata informazione dei rischi biologici e dei conseguenti danni alla salute.
La prima norma globale dedicata ai rischi biologici nei luoghi di lavoro
