
Inail-CNR: ricerca per tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori in caso di temperature estreme
In uno studio Inail e del CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche), pubblicato anche sulla rivista Environmental Research, viene approfondito il tema delle misure di adattamento e di prevenzione da adottare da parte delle aziende a tutela dei lavoratori in caso di temperature estreme.
Lo studio ha come obiettivo la tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori.
Sappiamo tutti che l’impatto del cambiamento climatico ha portato progressivamente a estati sempre più calde con i gas serra prodotti dall’attività umana che impediscono la dissipazione del calore, sviluppando nel lavoratore una necessità di sopportazione e adeguamento sempre più urgenti.
L’Italia, in particolare, è l’area più soggetta a questo cambiamento climatico sviluppatosi sempre più negli ultimi anni.
Come le temperature estreme influiscono sulla salute e sulla sicurezza del lavoratore
Molti studi epidemiologici hanno confermato come le temperature eccessive possano influire negativamente sulla salute e sulla sicurezza del lavoratore.
Il caldo eccessivo può provocare nel lavoratore difficoltà di concentrazione, indebolimento fisico e mentale, affaticamento (che può compromettere la stabilità posturale), disidratazione, sudorazione (che può favorire scivolamenti, cadute e collisioni) ma anche sudorazione delle mani (motivo di difficoltà nella presa di strumenti di lavoro).
Tali condizioni fisiche e mentali possono aumentare le possibilità di infortunio dei lavoratori e ridurre il benessere del lavoratore. Inoltre, il caldo eccessivo può incrementare l’esposizione alle radiazioni solari, aumentare l’esposizione a inquinanti, a cancerogeni occupazionali e allergeni biologici generando nel lavoratore sintomi immediati come tosse, lacrimazione, difficoltà respiratorie, malattie infettive e allergie.
Uno studio Inail-Cnr evidenzia i casi di infortunio, gli effetti della produttività aziendale e i costi assicurativi sui lavoratori in caso di temperature estreme
Nell’ultimo numero della rivista di riferimento per la comunità scientifica internazionale Environmental Research che tratta della relazione fra ambiente e salute, i ricercatori del Dipartimento di medicina, epidemiologia, igiene del lavoro e ambientale dell’Inail e dell’Istituto per la BioEconomia del CNR hanno pubblicato il numero di infortuni sui luoghi di lavoro, gli effetti della produttività aziendale e i costi assicurativi nei periodi più caldi dell’anno.
Questi ultimi risalgono a più di 4.000 infortuni all’anno, verificatisi in caso di temperature estreme. Si registra, inoltre, una diminuzione della produttività dei lavoratori causata dal bisogno di evitare l’esposizione al sole insieme a un costo di spese assicurative più alto rispetto al generico, a causa dei numerosi infortuni.
Formazione dei datori di lavoro e dei lavoratori per contrastare le condizioni di stress termico ambientale
Al fine di prevenire le influenze negative sulla salute e sulla sicurezza del lavoratore e del datore di lavoro è necessario formarli ad un corretto svolgimento dell’attività lavorativa.
È importante idratarsi durante le ondate di calore, indossare un abbigliamento adeguato, riorganizzare i turni di lavoro con la possibilità di accedere ad aree ombreggiate durante le pause.
Non solo. Di fondamentale importanza è dotarsi di strumenti innovativi, in grado di individuare condizioni di criticità per i diversi ambiti lavorativi; ad esempio gli indumenti refrigeranti rappresentano un motivo di ricerca e intervento per molti settori lavorativi.
In questo ambito l’impegno dell’Inail e degli Istituti scientifici è di notevole importanza: degno di nota è il progetto Worklimate 2.0 che sta producendo conoscenza e strumenti di intervento sull’effetto delle condizioni di stress termico ambientale al fine di tutelare la sicurezza e la salute di tutti i lavoratori.
